Il parto

Il parto

Ogni tanto anche io riemergo dalla tomba. Che dire, questa volta sono stata taciturna per un bel po’, ma che ci posso fare, non avevo parole.

Sarà che per quattro anni sono stata abituata al fervore della metropoli di New York e alla grande eccitazione che ne conseguiva, ma una volta rientrata in Italia non ho più sentito il bisogno di parlare, perché non avevo semplicemente niente di interessante da dire. La verità è inutile nasconderla: non si trattava di non voler parlare su questa piattaforma, si trattava proprio di non voler parlare con la gente. Come dico io: “ho le batterie sociali scariche“. Sarà che l’inverno mi butta sempre un po’ giù, sarà che per mesi e mesi alla fatidica domanda “ma ora cosa stai facendo?” io non ero in grado di rispondere. O meglio si, rispondevo, ma ero stufa di dire di essere ancora in cerca di lavoro. Forse la gente credeva di risultare di supporto dicendo “Ma dai, uscita da una scuola del genere non puoi non trovare lavoro”. Beh, non lo era affatto, perché alla decima persona che faceva quella esternazione, le mi orecchie non sentivano altro che “Ma dai, uscita da una scuola del genere devi essere proprio scarsa per non trovare lavoro”. Loro lo dicevano sicuramente in buona fede, ero io che dopo mesi di frustrazione non potevo più reggere commenti del genere.

Ciao, mi chiamo Lidia, e dopo essermi laureata nel college di arti performative più prestigioso al mondo, ci ho impiegato 9 mesi a trovare un lavoro.

Un parto.

Non credo di saper contare il numero di application che ho mandato nell’arco di un anno e mezzo, potrebbero sfiorare la cinquantina. La cosa più sconfortante? Non ricevere risposta alcuna, così come arrivare fino infondo ad un’audizione per poi sentirsi dire “vi faremo sapere”… e da lì silenzio.

E fu così che mi costruii una corazza spessa 12 dita, per assorbire ogni singolo “No”, talvolta da dover intuire dal silenzio assordante. Cioè essere ghostata dagli uomini era già tosta, ma niente è al pari di essere ghostata dalle compagnie di danza, fidatevi. Ghosting taken to the next level proprio. Mentre le mie amiche fremevano aspettando il messaggino dal crush, io fremevo aspettavo una mail di risposta dalla compagnia di turno.

Insomma ho capito tante cose in questi mesi:

  1. L’importanza di rispondere alle mail, e ancor meglio se in modo celere. (Lo posso provare se mi scrivete una mail. La luce è lenta a confronto.)
  2. La tua strada è la tua, non quella di qualcun altro, e talvolta può prendere più tempo del previsto trovarla.
  3. Al mondo ci sono più danzatori che posti di lavoro per danzatori.
  4. Se siamo tosti noi danzatori, è perché ci confrontiamo con una realtà che ci è ostile.

Nonostante ciò, non credo di aver capito ancora il segreto del successo. Le audizioni sono un terno al lotto ragaz, le uniche cose a contare sono la pazienza e la buona volontà, perché su loro soltanto abbiamo noi il controllo, tutto il resto è in mano al direttore e le circostanze.

Fiera del mio nuovo posticino nel mondo, il mio saluto oggi va a tutti coloro che da tempo stanno cercando la loro strada e non sembrano trovarla, che siano ballerini oppure no. Arriverà lo sbocco tanto atteso, e il suo arrivo sarà più soddisfacente che mai.

Prometto di non sparire e di raccontarvi presto tutti i miei viaggetti in programma 😉

 

Basci

Urca mi rendo conto solo ora che servirà una nuova categoria in questo blog.

 

 

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