SOS AUDIZIONI!

SOS AUDIZIONI!

Indubbiamente il periodo più travagliato che io ricordi, il terrore, la grande bestia: SOS AUDIZIONI.

Il mio interesse era rivolto a scuole di danza contemporanea, ma sapevo bene di prediligere quelle in cui anche il training classico non fosse del tutto accantonato.

Il processo di ammissione alla Juilliard ha inizio ben 12 mesi prima dell’anno accademico, a differenza degli istituti europei.

Così, il primo giorno di Settembre, per la bellezza di 3 anni consecutivi, io ero già pronta davanti al computer ad iniziare la mia application.

Scatta la prima ansia: il test di inglese. Non abbastanza scaltra, mi rendo conto a metà Settembre di dover dare un test di inglese entro Gennaio dell’anno seguente.

Panico.

Così, come se il quinto anno di liceo non fosse abbastanza impegnativo, mi cimento in questo studio matto e disperatissimo di un malloppo alto cinque centimetri, in previsione del test fissato per l’8 Gennaio. Credo sia risaputo lo scarso livello di insegnamento della lingua inglese a noi poverelli nati in territorio italiano, al chè mi viene da pensare di aver passato l’esame per pura grazia divina. Tre punti sopra il livello minimo. Vai così Lidia.  

A tutto ciò si sovrappone il video per la pre-audizione entro il primo di Dicembre. Voi penserete: “Eh vabbè, è un video, puoi rifarlo quante volte vuoi finché non viene giusto no?”… NO! Perché il destino ha voluto che gli esercizi, quella domenica mattina di riprese, non mi venissero bene mai una sola volta! E ho finito stremata inviando quello in cui sono almeno riuscita a salvare la pirouette sbandata a destra, perché tanto, vabbè, non si nasce imparati, giusto?

Alle 11.56 del 30 Novembre finisco di caricare i video sul portale, al 15esimo tentativo perché i problemi tecnici non mancano mai quando il tempo stringe. Ma dopo tutto so di essere sei ore in anticipo rispetto agli USA, al che mi dico “OK, avrei fatto in tempo a registrare nuovamente la presentazione a voce con pronuncia inglese in modalità ‘de pen is on de teibol’”.

Il primo di Dicembre arrivo con tre chili e mezzo in meno e cammino trenta centimetri sollevata da terra. Le vacanze passano in pace, amore e ansia di ricevere la risposta, che arriva di lì a poco. Super gasata perché, nonostante la pirouette flop mi hanno accettata, compro il biglietto per New York City. A fine Febbraio volo oltreoceano e mi presento alla fatidica audizione.

L’audizione consiste in una prima lezione di classico, poi moderno, in seguito l’assolo preparato da te (o da chi per te), subito dopo coaching ed infine il colloquio con la commissione.

Dopo la prima lezione il gruppo di circa sessanta persone viene decimato e al colloquio finale, rimango con altri quattro ragazzi.

Armata di speranza me ne torno in territorio italiano e per la prima volta riesco a non pensarci, o meglio, penso alle altre tre audizioni in primavera, che mi fanno balzare tra Livorno, Verona e Londra.

Una bella sera, verso le sette, mi arriva una chiamata sul cellulare, ma sono collassata sul divano e non rispondo. Quando vado a prendere il cellulare mi rendo conto che è una chiamata dall’America, al chè mi dico: “Mannaggia, quale delle 25 vaccinazioni non ho ancora fatto?”. E invece no, richiamo e mi risponde il signor Larry, con un bel “Scusami Lidia per il disturbo, volevo solo farti sapere che sei stata accettata!”.

Lacrime.

Audizione alla Juilliard, 27.02.2017

 

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